Sito creato con dedizione e cuore per Bassano Romano da Ilaria Ive ©

BASSANOROMANO.INFO 

Come sa di sale

2024-05-31 15:17

Array() no author 83773

Come sa di sale

lo pane altrui.
Dante poteva lamentarsene, ché mangiava il pane dei signori che lo ospitavano. Ma il pane dei poveri non conosceva il sale, ché costava caro assai, salato!
E nemmeno si poteva raccogliere dal mare, protetto com’era da un severo monopolio di stato.
Il pane: avercene!
Il primo problema era avere la terra dove seminare. Il signore la dava a chi aveva i buoi per arare, in cambio di una parte del raccolto; gli altri si arrangiassero. Poi serviva il seme ed il signore, che l’aveva avuto senza sudare, lo cedeva per riaverlo con gli interessi. Se la stagione era propizia ed i campi non venivano devastati dalle guerre dei padroni o dalle greggi, i più fortunati avrebbero avuto di che mangiare ma, prima, bisognava macinare al mulino bannale, cioè del signore, pagando in farina e poi al forno, sempre bannale, sempre pagando.
Solo allora il grano, l’orzo, l’avena, la spelta, il farro, la segale diventavano Pane. E non era per tutti.
Insomma, “dacci oggi il nostro pane quotidiano”: serviva veramente un miracolo.
Quello che resta di questi secoli di fame e fatica è quel che resta dei forni che, nel tempo hanno sostituito quello bannale.
Ne ho rintracciati una decina, alcuni completamenti cancellati altri visibili e vorrei tentare di farne un percorso istruttivo. Li elenco di seguito con un minimo di indicazioni ma prego chi ne ha memoria di comunicare almeno i nomi delle fornare.

Forno bannale o comunitario della Pujarella, a doppia bocca: in cima alla scalinata che scende alla piazzetta dell’Impero.
Forno dietro via del Governo Vecchio (d’a Maschiò).
Forno d’o Borgo: accanto alla vecchia scuola di musica.
Forno del Monticchio, senza camino.
Forno d’Esterina: via Roma. Trasformato in negozio di Savinilla.
Forno di via Simoncelli: sotto via Roma. Fornito di zinna.
Forno delle Volte: Odescalchi (forse già Giustiniani) attualmente Nisati. In attività, moderno.
Forno d’o Pojo: vicino casa di Candò.
Forno d’o Stallò: era la “fabbrica dei piatti” costruita dai Giustiniani, dove Bartolomeo Terchi ha plasmato la madonna del ponte. Nato come forno per ceramica, poi riconvertito mi dicono per il pane e poi in circolo dopolavoristico.
Forno d’e Vaschie: vicino alla ferramenta di Giovanni.


Dott. Giovanni Maggi
https://www.facebook.com/groups/307642440904889 



Sito creato con dedizione e cuore per Bassano Romano da Ilaria Ive ©