21 (SEGUE DAL 7 luglio) CASTRUM VAXANI (IUXTA SUTRIUM)

Il compratore è “Antonio Iohannis Lutii Delabella detto Quattrosuolli de dicto castro Vaxani“ al quale viene venduto, al prezzo di sette fiorini ed un quarto, “omnibus bonas dictam ecclesie vineam cum arboribus et cum modica terra sodia unita cum ea, posita in tenimento eiusdem castri in contrada qua dicitur Santo Gratigliano, intra rem ecclesie Sancte Marie de Monti, rem Pontoni de dicto castro, viam publicam a duobus latere et alios suos confines signos habet plures vel veteriores”. [Una vigna con alberi e della terra da dissodare unita con essa, tutti beni della detta chiesa, posti nel territorio dello stesso castello nella contrada detta San Gratiliano, tra la proprietà della chiesa di Santa Maria dei Monti, quella di Pontoni del detto castello, la via pubblica su due lati ed altri suoi confini che ha in più o più antichi]. Qui, le notizie importanti sono due: la più antica documentazione conosciuta della chiesa di Santa Maria dei Monti e l’esistenza di una contrada San Gratigliano quasi due secoli prima dell’arrivo delle reliquie del santo.
Mentre la prima non fa che confermare l’antichità di “Sammarimonti”, la seconda, avvalorata anche dalla diffusione, in Bassano nel trecento, del nome Gratiliano, attestato in diversi atti notarili, nonché di donazioni alla chiesa del Santo, ugualmente attestate, anteriori all’edificazione dell’attuale, se di edificazione si è trattato e non di rifacimento, apre una serie di ipotesi relative all’antichità sia del culto che di un’ipotetica prima chiesa del santo nonché del patronato sul paese.
L’atto è rogato nella canonica della chiesa stessa, in presenza di Peroscia (Riccarduccio di Nuccio), Renzo di Campanaro, vice del castello per la parte degli Anguillara di Capranica, il presbitero Giacomo di Casto di Ronciglione, cappellano della chiesa, Pietro Gallianella e Panalfuccio di Paltonerio, bassanesi.

(continua)
NB: le fonti e le note faranno parte della pubblicazione integrale ma sono omesse in queste bozze FB a carattere divulgativo.


Dott. Giovanni Maggi
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