Il 20 aprile 1378, il nobile uomo Giovanni di Simone dei signori di Bassano, figlio del Simone deceduto nel ’48-’49, vende a Silvestro Monaco, per 32 fiorini d’oro, una sua casa in Bassano, posta accanto alla proprietà di Giacomo di Paltonero .
Successivamente, al 22 febbraio 1379, troviamo la “Nobilis mulier Laurentia filia quondam Andreotii quondam Diodati dicti alias Pazi olim Rubei ex dominis dicti castri” la quale, in presenza di alcuni nobili ex dominis castri Vaxani, rivendicava i suoi diritti ereditari sui beni nel castrum Vassani, appartenuti al nonno ed al padre, oltre a terreni situati nel tenimentum ed una terra cum plagis castalgniltis situata in tenimento Sutri, in contrata Mola que dicitur de Vassano .
In assenza di altri documenti, considerando anche gli intervalli temporali, si potrebbe ipotizzare che il nonno di Laurenzia, Diodato detto Pazzo figlio di Rosso, fosse fratello di quel Nuccio di Rosso, che abbiamo incontrato nel 1331, e che a sua volta dovrebbe essere il padre del Dominus Riccarduccio di Nuccio, chiamato anche Riccardo di Puccio, detto Peroscia, padre, a sua volta, di Nuccio di Riccarduccio Peroscia, citato come chierico della chiesa di santa Maria, il 17 gennaio 1392, in diversi atti del notaio Marcoli . Va detto che era stretta costumanza, quasi un obbligo da cui ci si discostava solo per motivi importanti, battezzare il maschio primogenito, al quale sempre incombeva la continuazione della famiglia, con il nome del nonno paterno. Quanto alla “Mola que dicitur de Vassano” dimostrerebbe che già allora il confine territoriale fosse attestato su quello attuale, vicinissimo alla Mola, visto che la terra “in tenimento Sutri” si trovava nella contrada omonima.
La mola, la cui struttura venne monumentalizzata dal famoso architetto Giovanni Fontana agli inizi del XVII secolo per volere del marchese Vincenzo Giustiniani, fu oggetto di contesa con Sutri proprio riguardo all’inclusione nei rispettivi territori. Nell’economia locale, rivestiva infatti un ruolo strategico; costituendo il punto di confluenza di tutti i corsi d’acqua bassanesi, esclusi ovviamente quelli del tenimentum Aliole che formano il Mignone, presentava un volume d’acqua abbondante ed il salto di quota rendeva disponibile una quantità d’energia importante.
(continua)
NB: le fonti e le note faranno parte della pubblicazione integrale ma sono omesse in queste dispense FB a carattere divulgativo.
Dott. Giovanni Maggi
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