Sito creato con dedizione e cuore per Bassano Romano da Ilaria Ive ©

BASSANOROMANO.INFO 

16 (SEGUE DAL 08 APRILE) CASTRUM VAXANI (IUXTA SUTRIUM)

2024-04-27 21:31

Array() no author 83773

16 (SEGUE DAL 08 APRILE) CASTRUM VAXANI (IUXTA SUTRIUM)

STORIA DI UN PAESE DI ¾

Abbiamo già visto che c’era un unico “Domini Varsani de Sutrio” fin dal 1298, come attesta il Registro del rettore Malvolti, che non era un impiegato ma era colui che governava le terre del Patrimonio per conto del papa, e c’era un unico “Domini Vassani de Sutrio” nel ““Registrum curiae Patrimonii beati Petri in Tuscia” dell’Albornoz del 1364, un anno più tardo del documento in questione. Egidio de Albornoz era il Legato del papa per la riconquista dei territori della Chiesa, che effettuò sulla punta della spada, sui quali aveva imperio assoluto ed è a lui, nella persona del suo delegato “


magnifici viri Iordani de filiis Ursi, Patrimonii Beati Petri in Tuscia pro sancta Romana ecclesia Rectoris et Capitanei generalis

” che, il primo ottobre1354 “


in capella nova Rocche Montisflasconis

”, “


Riccarduccius Nuccii dominus Vassani prope Sutrium

” giurò la sua promessa di sottomissione.



Siamo dunque certi, sulla base di documenti ufficiali istituzionali, che, sebbene potessero esistere altri detentori di interessi legittimi, uno solo era il “Dominus”, almeno fino al 1364, e non era un Anguillara ma Riccarduccio di Nuccio.



A questo punto, è opportuno chiarire quali fossero le effettive declinazioni del potere nell’Italia centrale e particolarmente in Tuscia.



Esistevano due tipi di signoria ben distinti: signori territoriali e signori personali. Il signore territoriale esercitava i superiori poteri di banno, cioè un potere assoluto e, di conseguenza, qualsiasi decisione del signore era considerata legge, su intere comunità di uomini, concentrati o meno in castelli; tutt’altro era invece esercitare poteri, magari anche d’intensità analoga (ma non sempre era così), solo su alcune famiglie contadine, magari sparpagliate in località diverse come accadeva con il signore personale.



Queste due forme di signoria, di volta in volta in contrasto o integrate sullo stesso territorio, con alternanze continue anche nello stesso villaggio, per tutto il corso del basso medioevo (sec. XII- XV), rendono spesso impossibile, persino illogico, stilare una cronologia del potere locale. Comunque, la maggior disponibilità sul mercato di famiglie contadine, rispetto alle signorie territoriali, dovuta a un tempo al loro maggior numero in termini assoluti e alla loro più rapida circolazione, fece sì che il gruppo dei «signori personali» fosse molto più ampio e socialmente differenziato al suo interno di quello dei signori territoriali.



Ciò spiega la pletora di “signori” che ritroviamo citati sui documenti dell’epoca.



§§§§



Correva l'anno (così iniziano le storie) 1363, era il 6 di giugno e Cecco, figlio del defunto Lello de Seromanis, “malato nel corpo tuttavia sano di mente e pienamente cosciente”, decide di fare testamento.



Chiamato il notaio, che è suo fratello Paolo, alla presenza di sette testimoni illustri – Cecco è molto ricco ed i testi devono essere all'altezza del suo rango - comincia a dettare le sue volontà.



Nomina eredi la figlia Stefanozia ed il figlio concepito dalla moglie Iozia, che deve ancora nascere, ai quali lascia tutti i suoi beni mobili ed immobili, distribuiti in parti uguali, ad eccezione dei legati affidati agli esecutori testamentari, da realizzare subito dopo la sua morte.



Predispone ingenti lasciti per la chiesa di san Giovanni in Laterano, per quella di santo Stefano del Cacco, dove stabilisce la sua sepoltura, per messe a suffragio dell'anima sua, per i poveri e, ovviamente, per la moglie, il fratello Lorenzo e la figlia naturale Caterina.



Ogni cosa è definita minuziosamente, finché: "Item relinquo illam partem illorum trium bobum, quos habet in soccitam a me Antonius de Monte Rotundo, mihi contingenti, communi de Bassano prope Sutrium. Item relinquo dicto communi Bassani illam partem, mihi contingenti, illorum duorum bobum, quos habet in soccitam a me Berardus soccus Iannecte de Pappazuris." [“Inoltre lascio al comune di Bassano vicino Sutri quella parte che mi spetta, quei tre buoi, i quali ha in soccida da me Antonio di Monterotondo; inoltre lascio al detto comune di Bassano quella parte, che mi spetta, quei 2 buoi, che ha in soccida da me Berardo socio di Giannetta de Pappazuris”].



(continua)



Dott. Giovanni Maggi



https://www.facebook.com/groups/307642440904889

  




Sito creato con dedizione e cuore per Bassano Romano da Ilaria Ive ©