Già al 28 aprile 1331 Puccio di Rosso (Rubeo), dei signori di Bassano compare, come testimone, in un atto stilato in Tolfanova in cui Francesco conte degli Anguillara di Capranica, a nome suo e del fratello Orso, delega Giacintello del signor Paolo di Civita Castellana a concludere la pace con i signori di Tolfanova: Cappello, Locio e Neri di Baldo; Pucciarello e Bacciolino suo fratello; Locio di Gerardo; Balluccio, Pellino, Carduccio e Ceccarello di Angeluzio; Bernardo Capone di Pietro Iacobo; Manfredo e Ceccarello suo fratello; Rolanduccio di Giovanni Apulgense; nonché con i loro servi e vassalli.
È quindi un teste altolocato, Signore tra Signori, con un’autorità tale da consentirgli di inchiodare, se del caso, i contraenti alle loro responsabilità.
Il 16 aprile 1333 il venerabile uomo Iohanne de Vassano archipresbitero, è deputato dal tesoriere del Patrimonio a raccogliere, nella città e nella diocesi di Sutri, le decime biennali 1331-33 e 1933-35, raccogliendo in totale la ragguardevole somma di “LXXXV flor. XV lib. XIIII sol. IIII den. Oltre a V libbre di provisini falsi”. Nel 1940 troviamo un Iohanne vescovo di Sutri, in carica almeno dal 1340 al 1348, del quale le carte non ci dicono nulla, che dovrebbe essere il nostro concittadino, promosso alla dignità episcopale.
I pontefici, in quei secoli, ordinarono moltissime decime (tasse straordinarie) quasi sempre finalizzate a sostenere i costi delle crociate (guerre) bandite contro nemici esterni ma soprattutto contro i comuni o i signori dello Stato. Vi era infatti un continuo accavallarsi di rivolte, soprattutto nel periodo avignonese, dovute alla rapacità ed alle angherie degli ufficiali francesi, Rettori e Legati, che il papa inviava a governare il patrimonio. Inoltre, la debolezza del governo papale aveva destato gli appetiti dei signori territoriali e degli stati vicini, al punto da far diventare la Tuscia terreno di conquista.
In tali condizioni, maturò l’ascesa di Cola di Rienzo, al quale dovettero piegarsi tutti i Baroni. L’istituzione a Roma di un governo “popolare” sembrò l’inizio di una rinascita. Il 1° settembre 1347, quasi tutti i Comuni del Patrimonio conferirono a lui la signoria e, certamente, Bassano non ne fu esente. Scrive l’Anonimo: «Allora le selve se comenzaro ad alegrare, perché in esse non se trovava latrone. Allora li vuovi [i buoi] comenzaro ad arare. Li pellegrini comenzaro a fare loro cerca per le santuarie. Li mercatanti comenzaro a spessiare li procacci e camini [moltiplicare gli affari e i viaggi]. [...] In questo tiempo paura e timore assalìo li tiranni. La bona iente, como liberata da servitute, se alegrava». Ma gli eccessi di megalomania di Cola allontanarono i seguaci e contrariarono il papa. A dicembre dello stesso anno, la sua stella era già tramontata, salvo splendere ancora brevemente qualche anno dopo fino al suo assassinio.
(continua)
Dott. Giovanni Maggi
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