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CASTRUM VAXANI (IUXTA SUTRIUM)

2023-12-21 16:13

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Bassano Romano,

CASTRUM VAXANI (IUXTA SUTRIUM)

9 (SEGUE DAL 30 NOVEMBRE)

Nella Sicilia conquistata fanno di Palermo la più popolosa e la più bella città d’Italia mentre razziano tutte le coste della penisola e desertificano le campagne, arrivando a saccheggiare le basiliche di S. Pietro e S. Paolo, mettendo a ferro e fuoco Trastevere. Nella nostra zona si incaricarono anche di interrompere l’acquedotto Traiano e distruggere le terme Apollinares Novae di Vicarello.



Dopo innumerevoli razzie, anche dalle nostre parti e fino alla Sabina ed all’Umbria, con la distruzione delle colture, gli incendi delle abitazioni e la tratta degli schiavi, le popolazioni locali si organizzano e nella valle di Baccano, nel 914, una compagine di nepesini, sutrini e dei territori circostanti, assalgono e massacrano le milizie saracene: “


Alia pugna est facta inter Nepisinos et Sutrinos cum Saracenis in campo de Baccani, multosque Saracenos trucidati sunt et vulnerati”

. I sopravvissuti, fuggiti alla loro base fortificata sulla foce del Garigliano, l’anno successivo, grazie ad una lega militare promossa dal papa Giovanni X, vengono attaccati e scacciati definitivamente dalle coste laziali.



Non si conoscono documenti che riportino in maniera analitica la composizione dell’armata vittoriosa a Baccano, però, considerando che all’epoca erano certamente vitali gli insediamenti di S. Giovanni a Pollo (Piazzano), quello della Roccaccia, la Colonia Sancti Felicis, molto probabilmente anche L’Aiola e Rovigliolo (Castellaccio), forse Bassano stesso, se ne può dedurre con ogni probabilità un’attiva partecipazione da queste sedi comprese nel distretto sutrino.



Ormai, i Greci si limitano ai territori meridionali, in lotta continua con i nuovi ducati normanni, emergenti dall’eredità longobarda, mentre il Sacro Romano Impero si va sempre più frammentando in una pluralità di potentati in guerra tra loro. Le fonti relative ai decenni 870-920 documentano il disfacimento di tutte le strutture pubbliche nel Lazio post-carolingio ed è in questo periodo che il papato inizia a strutturarsi come stato sovrano ma è anche il momento in cui emergono i primi Signori del Patrimonium: per lo più ex funzionari che, attraverso razzie, grassazioni ed abusi più o meno scoperti, si impadronivano dei territori, incastellandoli e rivendicandone il legittimo possesso.



Alcuni di essi riuscirono a prevalere, impossessandosi dell’istituzione papale, facendone un incarico di famiglia. Erano i Conti di Tuscolo ed i Crescenzi, eredi di Teofilatto, § che ebbero il potere di creare i papi e contrastare gli imperatori. Altre famiglie riuscirono a formarsi signorie più o meno ampie, spesso grazie anche loro ai papi ma specialmente con la prepotenza delle armi, le rapine ed i furti. Tra queste Bassano ha conosciuto gli Orsini, i Savelli, i Prefetti e gli Anguillara ma anche chi, come i Pierleoni, aveva raggiunto invece grandi ricchezze con l’usura ed i commerci, fino ad elevarsi al soglio papale con l’antipapa Anacleto II.



I Papi, intanto, con l’obiettivo di ottenere un controllo sempre maggiore ed affermare il loro dominio sul territorio, assegnano vaste proprietà ai monasteri, soprattutto romani, ricreando veri e propri latifondi, come in epoca imperiale. Si tratta ancora, tuttavia, di mera proprietà immobiliare mentre la potestà signorile era solo un ectoplasma che appariva a tratti, approfittando delle temporanee latitanze imperiali.



Soltanto alla fine del secolo XII, ad opera di Innocenzo III, quando la morte di Enrico VI e la conseguente lotta per la successione imperiale crearono un vuoto di potere, si cominciò a delineare un organismo statale papista ed un progressivo esercizio di sovranità sulla Tuscia. Sovranità quanto mai problematica, per le numerose signorie installate sul territorio e l’avvenuto consolidamento comunale dei centri maggiori, votata comunque ad alterne fortune.



Non abbiamo, purtroppo, informazioni su quale fosse l’organizzazione comunitaria di Bassano né degli altri centri che insistevano sull’attuale territorio comunale, tutti sicuramente vitali almeno fino al secolo XIV.



(continua)

Dott. Giovanni Maggi 




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