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DOVE NASCE IL MIGNONE

2023-12-03 13:18

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Bassano Romano,

DOVE NASCE IL MIGNONE

Tuscus amnis lo chiamavano i romani: il fiume etrusco.
E certamente è stato, per diversi secoli, il fiume più importante d’Italia e, forse, d’Europa, costituendo il confine tra Cisra e Tarkna (Cere e Tarquinia), come oggi lo è tra le province di Viterbo e Roma.
Enea lo risalì fuggendo da Troia ed ancora oggi, chi ha spirito d’avventura ed amore per la natura, è attratto dal suo ambiente primordiale, unico.
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FOSSO DELLA MATRACCIA, CHE VA IN QUELLO DELLA VADARELLA CHE VA IN QUELLO DELLO SCAVALCAVIA CHE VA IN QUELLO DI PUPUGLIANO, NATO COME FOSSO DI PRATO CASALE, CHE RICEVE POCO DOPO IL FOSSO DEL PISCIARELLO, NATO DI VALLE PETTA E POI VALLE SANGUINETA, QUINDI RICEVE QUELLO DI VALLE DEI FALCHI, NATO DI PRATO CECCO.
SU UN VERSANTE PIÙ AD EST, IL FOSSO DEL PASSO DELL’ACQUAVITE UNENDOSI AL FOSSO DI FONTE BELARDINELLA, NATO FOSSO DELLA CHIAVICA, FORMA IL FOSSO DI SANTO PIETRO, CHE DIVENTA FOSSO DI FONTE TOPO, RACCOGLIE IL FOSSO DI VALLENZANO, QUELLO DI PIANA COCOZZA E DIVENTA FOSSO DELLA STREGA; INFINE, COL NOME DI POGGIO FRATINO SI UNISCE A QUELLO DI PUPUGLIANO PER FORMARE IL FOSSO DI VALLE NOBILE, CHE È IL NOME, MENO NOBILE, DEL MIGNONE.
MA NON FINISCE QUI PERCHÉ, SEMPRE ANCORA IN TERRITORIO BASSANESE, IL MIGNONE È INGROSSATO DAL FOSSO DI FONTE GRILLO, DAL FOSSO DELLO SCATENATO, CHE RICEVE QUELLO DEL MONTE DELLA QUERCIA, E DAL FOSSO DI VALLE FAZZINI, NATO FOSSO DEI TROCCHI.

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Tutta questa estesa rete idrica, ed ho tralasciato i rami minori, raccoglie l’acqua del versante bassanese di nord ovest e nelle sue forre ha già tutte le caratteristiche peculiari che fanno del Mignone un mito: il paesaggio selvaggio, gli altopiani tufacei a strapiombo, la vegetazione antica ed i resti archeologici. Seguire quei percorsi significa entrare in una dimensione mitica, rientrare nel grembo materno della nostra terra.



Però questo fiume voi lo troverete celebrato sempre da Veiano in poi.



Tutta l’acqua di Bassano non vale un rigo sulle guide, sui siti on line, sugli articoli. E credo che molto dipenda da noi.



Le tombe, le strade, le ville, gli insediamenti etruschi, romani, medioevali, che tappezzano tutta l’area delle radici del Mignone, sono state distrutte, depredate ed ignorate più in questi ultimi cento anni che in tutti i secoli precedenti. Basta vedere la villa del Casale, quella di Ponticiano, l’insediamento della Roccaccia, quello della Crocetta, le vie romane basolate (desolate!) ed i relitti e l’immondizia distribuiti a piene mani nei luoghi più suggestivi per capire che è necessario un cambio di registro. Ora o mai più.




Il Mignone visto dalla Roccaccia in foto.




Dott. Giovanni Maggi



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